Leggiamo in famiglia
Sezione: Famiglia
Articolo di: Valentina Alba e Nicolò Battista

Cari genitori e cari bambini ormai siamo quasi arrivati alla festa più importante dell’anno per noi cristiani: la Pasqua. Cosa riviviamo a Pasqua?
Perché è così importante? La Pasqua è la festa dell’amore di Dio, un amore così grande da donarsi per gli altri, per tutti noi. Gesù è morto in croce per i nostri peccati ed è risuscitato dopo tre giorni.
Gesù stesso ci ha insegnato che la felicità sta nell’amore, solo se ci sforziamo continuamente di amare gli altri (i nostri genitori, i figli, gli amici…) riusciamo a non sbagliare più. L’amore ci fa rinascere a vita nuova, ci fa superare i nostri peccati per “risorgere” sempre ed essere simili a Gesù. La gioia Pasquale sta proprio in questa consapevolezza: con l’amore neanche la morte ci fa più paura. In fondo per noi cristiani dovrebbe essere Pasqua ogni momento della nostra vita: in forza del battesimo siamo rinati ad una nuova vita, una vita d’amore verso il prossimo e Dio.
Di seguito trovate la storia “La cocorita Francesca” da leggere insieme in famiglia.

In una giungla piena di suoni e di colori, viveva una cocorita che aveva il carattere festoso e vivace come le sue piume azzurre, verdi, oro e arancione. Si divertiva a svolazzare nell’intrico dei rami, giocava a nascondino con altri pappagallini colorati e con i bengalini candidi. Si chiamava Francesca e ovunque arrivava riusciva a comunicare la sua intensa gioia di vivere. Perfino le scimmie, che non sopportavano cocorite e pappagallini, facevano eccezione per la cocorita Francesca. Era un uccellino felice, grato di essere vivo e di avere avuto in dono un paio di ali per volare e un bellissimo vestito di piume morbido e screziato. Ogni mattina, appena il sole irrompeva attraverso lo spesso fogliame, si levava il suo grido: “E’ una bellissima giornata!

Forza fratelli, non fate i pigroni, spalancate le ali: il cielo è tutto nostro!“ E incominciava a tracciare arabeschi nell’aria, come un fiore multicolore portato dal vento. Ma, un brutto giorno, il cielo sulla foresta si fece improvvisamente nero e minaccioso come una palude senza sole. Un silenzio pesante, pieno di paura, attanagliò le creature della giungla. Le cocorite si strinsero tremanti le une alle altre, a formare una nube tremante. Un vento violento afferrò le chiome degli alberi più alti e cominciò a scuoterli come se volesse sradicarli, rovesciando nidi e piccoli pappagallini che non sapevano ancora volare. Poi cominciò la sarabanda dei tuoni e dei fulmini. Staffilate di fuoco sibilavano dal cielo e colpivano senza pietà i vecchi tronchi, finché improvvisa si levò una fiamma e un albero centenario prese fuoco, urlando il suo dolore, con i rami nodosi levati verso il cielo come un’ultima disperata invocazione di aiuto.
“Il fuoco! Si salvi chi può!”, tutte le lingue animali della foresta gridarono all’unisono il loro terrore. Migliaia di animaletti cominciarono a fuggire, ma il fumo acre e impenetrabile toglieva loro il respiro, faceva bruciare gli occhi e impediva crudelmente di vedere le vie di scampo. La cocorita Francesca volava affannata, cercando di guidare i più piccoli e i più spaventati: “Di qua! Correte di qua! Il fiume è da questa parte!”. Molti animali, sentendo il suo grido, si affrettarono a fuggire verso il corso d’acqua, altri invece finivano intrappolati dal fuoco e dal fumo. Francesca, invece di mettersi in salvo, come tutti gli uccelli, continuava a sorvolare i più sfortunati, cecando un modo per aiutarli. La disperazione le suggerì un’idea. Volò sino al fiume che scorreva ai margini della foresta e lì si immerse nelle acque scure. Poi riemerse con il corpicino intriso d’acqua e volò sull’inferno di fiamme, scrollando e scuotendo le piume per liberare le gocce d’acqua e farle piovere sulle fiamme. Incurante del pericolo, sfiorando coraggiosamente le fiamme, tornò indietro e si immerse di nuovo nel fiume. Poi, via!, a scagliare il suo carico prezioso sul fuoco che continuava a ruggire. Piccole gemme piovevano sul rogo. Una cosa insignificante, ma la cocorita coraggiosa e testarda ripetè più e più volte il suo viaggio tra il fiume e le fiamme.
Le sue belle piume erano tutte bruciacchiate e il suo colore era quello della cenere, non riusciva più a tenere aperti gli occhi, ma non le importava. “Che altro posso fare?”, si ripeteva. “Solo volare, ed io volerò fino allo stremo delle forze pur di salvare una sola vita”.

Due occhi acuti, ma vagamente annoiati osservavano tutto dall’alto. Un gigantesco avvoltoio veleggiava, godendosi lo spettacolo della giungla in fiamme. Scorse la cocorita impegnata nella sua lotta contro il fuoco e sghignazzò: “che stupida bestia. Come può pensare di domare il fuoco con quattro gocce d’acqua? Chi ha mai visto una cosa del genere?”. Il coraggio dell’uccellino però lo aveva commosso un po’ e scese in picchiata verso la foresta in fiamme. La cocorita stava ancora sfidando il fuoco quando vide apparire al suo fianco l’enorme avvoltoio dagli occhi gialli.
“Vattene, uccellino, il tuo compito è senza speranza!”, gracchiò imperioso l’avvoltoio. “Cosa possono fare poche gocce d’acqua contro questo inferno? Vola lontano prima che sia troppo tardi”.
“Non posso. Devo fare qualcosa, devo tentare!”, rispose la cocorita.
“Guarda in che stato sei”, continuò l’avvoltoio. “Fra un po’ finirai in una fiammata, mi sembri un tizzone affumicato”.
“Riesco ancora a volare…Qualcosa farò”.
“Ma che ti importa di loro? Non hanno mai fatto niente per te”.
“Sono miei amici: li voglio salvare”.

La cocorita, stremata e ferita non ascoltava più. Ostinata, continuava a fare la spola tra l’acqua e il fuoco. L’avvoltoio, prima di sparire oltre le colonne di fumo, gridò: “Basta! Fermati stupida piccola cocorita! Salva te stessa!”. Francesca era irremovibile. “Ci mancava anche l’avvoltoio con i suoi consigli”, brontolava. “Consigli! Anche la nonna e tutti i miei parenti mi direbbero le stesse cose. Non ho bisogno di consigli, ma di qualcuno che mi aiuti!”. Proprio in quel momento, un gran frullare di ali riempì il cielo. Una nube colorata, gialla, verde, blu, rossa e bianca si affiancò alla piccola cocorita.

Migliaia e migliaia di cocorite, pappagallini, bengalini, tucani, uccelli piccoli e grandi, si immergevano nell’acqua e andavano a scrollare le piume sul fuoco. Le fiamme erano violente, ma gli uccelli erano milioni e arrivavano a ondate successive, senza smettere mai. Come stupito, il fuoco si arrestò. E cominciò lentamente a sfrigolare e illanguidire. La cocorita Francesca, insieme alle poche gocce d’acqua che aveva raccolto, scagliò sulle fiamme anche le sue lacrime. Ma erano lacrime di gioia. “Grazie”, mormorò e cadde a terra, senza più un filo di forza. Quando si risvegliò il temporale era scoppiato e l’acqua del cielo stava completando l’opera iniziata dalla coraggiosa cocorita. “Urrà per Francesca!”, gridarono gli abitanti della foresta, che le stavano tutti intorno. La piccola cocorita aprì gli occhi e disse: “E’ una bellissima giornata!”.

Racconto tratto dal libro di Bruno Ferrero, Storie bellebuone, ed. Elledici.
La storia racconta il gesto della cocorita Francesca che pur di salvare i suoi amici mette a rischio la sua stessa vita. Al posto della cocorita magari noi ci saremmo messi subito in salvo, ma lei insiste tanto che il suo esempio trascina gli altri uccellini. La capacità di amare è un cammino che richiede piccoli gesti che con il tempo diventano grandi: condivisione, collaborazione, ascolto, generosità. Tutto per la felicità e il bene dell’altro, ma anche nostro. Quando facciamo del bene siamo felici
anche noi! Per i cristiani la piccola cocorita è immagine di Gesù: “Nessuno ha un amore più grande di questo: morire per i propri amici” (Vangelo di Giovanni 15,13).

ORA TOCCA A TE: COSTRUIAMO LA COCORITA FRANCESCA!
Stampa e ritaglia le due sagome (le trovi anche su “Il soffio” stampato nelle chiese) e colora la cocorita (attento a colorare le piume come ci dice il testo della storia!). Una volta colorato non ti resta che attaccare con della colla la testa e le due ali al corpo della nostra amica cocorita. Per finire potete far svolazzare la cocorita attaccandola ad un bastoncino/cannuccia.

CONDIVIDI la tua cocorita! Una volta terminata inviala a soffio@reginadegliapostoli.com

 

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